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A più voci

e' un progetto del Museo Strozzi di Firenze per favorire l'accessibilita' alle mostre d'arte da parte delle persone con decadimento cognitivo. Progetto che si fonda sui presupposti di TimeSlips, un programma di narrazione creativa nato negli Usa dalla professoressa Anne Basting.

Il programma "A più voci" non recupera la memoria che e' ormai inaccessibile attraverso un processo logico, ma percorre nuove strade per esprimere sensazioni. L'aspetto emozionale rimane sopito, ma comunque presente e pronto a rispondere se correttamente stimolato.

Sotto la guida dei terapeuti, all'esperienza di guardare un quadro o un allestimento si somma quello di creare arte riproducendo su carta la visione di un opera e le proprie sensazioni; in altre sessioni al toccare una statua segue la manipolazione di argilla per creare qualcosa di personale.

Questa attivita' sensoriale, visiva e tattile dei malati viene poi da loro commentata e trascritta dai terapeuti, ogni malato torna persona con i suoi stati emotivi più intimi che riesce a esternare con insolito vigore, naturalezza e fantasia.

L'atmosfera che si genera in questi incontri e' per certi versi quasi magica ed il risveglio, anche se momentaneo oltre a migliorare la qualità di vita dei pazienti, e' di arricchimento e di riposo per il caregiver.

Sono capitato in modo quasi casuale con "A più voci", ma fin dal mio primo incontro, diventato presto collaborazione, sono stato enormemente affascinato da questa attività.

Alle sessioni a cui sono stato presente, ho cercato di cogliere gli stati emotivi di meraviglia e piacere del malato in questa interazione che si genera con le opere d'arte ed il cargiver.